domenica 4 maggio 2008

BERTINOTTI STA CON LE PRINCIPESSE, IO INVECE VOGLIO SPAVENTARLE!






Dal Corriere della Sera di sabato 3 maggio 2008, pag. 12



Milano- Conservo nel portafoglio un ritaglio, aspetti un pò, l’ho letto così tanto che quasi non si distingue più, ecco…”E’ essenziale la sfera delle connessioni problematiche, che sola può rompere la staticità delle culture politiche di appartenenza“…
Eh?
Appunto: ma che diavolo vuol dire?! E l’ha scritto Franco Giordano sulla prima del Manifesto. Ci credo che i giovani proletari delle periferie diventano fascisti! I comunisti sono questa roba qua?
Marco Rizzo, eurodeputato del PdCI, ha passato il I Maggio a maltrattare (verbalmente) l’intero Arcobaleno: da Bertinotti, “basta con la sinistra al cachemire!”, al “poeta del nulla” Vendola. E ora lancia la “costituente comunista” per “superare” Prc e PdCI.

Ma cos’ha contro Bertinotti?
E’ il concentrato di ciò che negli ultimi vent’anni ha distrutto la sinistra.
Addirittura?
Ma si, la critica indifferenziata al Novecento, al comunismo e non ai suoi errori, il disastro delle periferie, la perdita dell’identità proletaria…
E lei vuole recuperarla?
Certo! Il conflitto capitale-lavoro, seppure aggiornato e arricchito. Io mi sono laureato ma non dimentico d’essere nato in un ingresso, di aver avuto un papà operaio. Bertinotti poteva rivendicare le sue esperienze…
E invece?
Stavo male a vederlo, una nuance al mattino, un’altra la sera, pareva la collezione autunno-inverno. No, non se ne può più. Io voglio spaventarle, le principesse! Voglio fare loro paura!
Quindi che succederà?
Che abbiamo ottenuto dai governi dal ‘94 ad oggi? Zero. Basta dire che Veltroni non ci vuole: siamo noi a non volere lui. Essere totalmente alternativi al Pd.
Per fare cosa?
Superare i partiti attuali che si sono mostrati fallimentari. E ripartire dalla falce e martello, dai conflitti di classe, da un nuovo partito comunista fatto di tutti i comunisti che vogliono superare radicalmente questa società. Un partito collegiale e senza leadership, perchè la leadership è di destra.
Gian Guido Vecchi

Nessun commento: