mercoledì 14 maggio 2008

IL COMITATO CENTRALE DEI COMUNISTI ITALIANI

dal sito di Marco Rizzo www.marcorizzo.eu

La relazione introduttiva e le conclusioni del segretario Diliberto, così come tutti gli interventi saranno pubblicati su La Rinascita in edicola il 16 maggio.
Nella relazione, parlando del documento congressuale, il segretario Diliberto ne ha proposto l’inemendabilità. Durante il corso del dibattito questa impostazione ha ricevuto consensi ma anche numerose contrarietà, essendo a questo punto il terzo congresso in cui si presenterebbero alla discussione documenti “bloccati”. Per evitare una spaccatura su questo punto Diliberto ha accettato di spostare questa scelta alla prossima riunione del Comitato Centrale in cui verrà presentato il documento congressuale ed in cui si deciderà appunto su emendamenti o eventuali documenti alternativi.

Di seguito, l’intervento e la dichiarazione di voto di Marco Rizzo:
Ricordate quante volte si è detto “bisogna far così perchè sennò arriva Berlusconi”, “dobbiamo accettare queste scelte del governo Prodi altrimenti vince di nuovo Berlusconi”. Con questa linea del “meno peggio” alla fine Berlusconi è arrivato e ha stravinto! Inoltre mentre Berlusconi non si era ancora neanche seduto sulla poltrona di Palazzo Chigi già la Cgil accettava la cancellazione della contratto nazionale! Ora che la “nave” della sinistra è stata portata al naufragio, stiamo cercando di ricostruire una “zattera”. Per riuscire a farle prendere il mare credo bisogna fare una vera analisi su cosa è successo in questi ultimi vent’anni in cui si è tentato di tenere aperta la “questione comunista” in una dinamica (rivelatasi poi inadeguata e compromissoria) nei confronti dei governi di centrosinistra, in particolar modo con quello di Prodi… Non sono d’accordo col compagno Diliberto quando, nella scorsa riunione di direzione, ha evidenziato che l’Arcobaleno era “l’unica scelta possibile”. Certo, a pochi giorni dalla presentazione delle liste, sarebbe stato molto difficile ottenere un qualche risultato con la sola “falce e martello”, ma altra cosa sarebbe stata se, ad esempio, durante la vicenda dell’Afghanistan, del TFR o delle pensioni e del welfare, avessimo “sfilato” la nostra compagine dal governo. Lì la nostra “base sociale” avrebbe capito. Invece si è finito per scegliere di applaudire Mastella e, per non fare polemica non dico nomi, ancora dirigenti del nostro partito lo hanno definito “uomo di stato con alto senso delle istituzioni”. Poi Mastella se n’è andato e tutto quel “castello di carte” è crollato mentre la nostra gente ci voltava, non proprio a torto, le spalle. Ora serve un congresso vero, aperto alla discussione. In tal senso sarebbe un profondo errore presentare un documento “blindato” senza la possibilità di emendamenti. Nel caso fosse invece così, il gruppo dirigente del partito si assumerebbe l’alto e arduo impegno di un documento davvero unitario che sappia, ad esempio, puntualizzare la nostra totale alternatività al partito Democratico e sappia avere come linea strategica la costituente dei comunisti, la cui percezione all’esterno potrà verificarsi appieno solo evitando, ad esempio, di fare gruppi dirigenti classicamente definiti e definitivi (segreteria, direzione, comitato centrale, ecc.), ma invece gruppi di direzione nazionali e locali “transitori” per chiarire, senza incertezze, la disponibilità a costruire assieme a tutte le comuniste ed i comunisti, ovunque collocati, un nuovo partito, condizione anch’essa indispensabile per ricostruire in Italia una sinistra anticapitalista.
Dichiarazione di voto:
Voto favorevolmente e con soddisfazione la proposta del segretario Diliberto di rinviare le modalità del documento congressuale (inemendabilità o meno, documento unico o alternativi) al prossimo comitato centrale quando lo stesso verrò presentato, anche perchè le questioni procedurali e organizzative sono le questioni della politica e della democrazia della politica. Sono inoltre positavamente colpito dalla discussione che Diliberto ha aperto nelle sue conclusioni sulla futura forma partito, anche in merito al “centralismo democratico” per verificare le questioni spesso citate di eventuali tendenze od anche di possibili “frazionismi di maggioranza”.

domenica 4 maggio 2008

BERTINOTTI STA CON LE PRINCIPESSE, IO INVECE VOGLIO SPAVENTARLE!






Dal Corriere della Sera di sabato 3 maggio 2008, pag. 12



Milano- Conservo nel portafoglio un ritaglio, aspetti un pò, l’ho letto così tanto che quasi non si distingue più, ecco…”E’ essenziale la sfera delle connessioni problematiche, che sola può rompere la staticità delle culture politiche di appartenenza“…
Eh?
Appunto: ma che diavolo vuol dire?! E l’ha scritto Franco Giordano sulla prima del Manifesto. Ci credo che i giovani proletari delle periferie diventano fascisti! I comunisti sono questa roba qua?
Marco Rizzo, eurodeputato del PdCI, ha passato il I Maggio a maltrattare (verbalmente) l’intero Arcobaleno: da Bertinotti, “basta con la sinistra al cachemire!”, al “poeta del nulla” Vendola. E ora lancia la “costituente comunista” per “superare” Prc e PdCI.

Ma cos’ha contro Bertinotti?
E’ il concentrato di ciò che negli ultimi vent’anni ha distrutto la sinistra.
Addirittura?
Ma si, la critica indifferenziata al Novecento, al comunismo e non ai suoi errori, il disastro delle periferie, la perdita dell’identità proletaria…
E lei vuole recuperarla?
Certo! Il conflitto capitale-lavoro, seppure aggiornato e arricchito. Io mi sono laureato ma non dimentico d’essere nato in un ingresso, di aver avuto un papà operaio. Bertinotti poteva rivendicare le sue esperienze…
E invece?
Stavo male a vederlo, una nuance al mattino, un’altra la sera, pareva la collezione autunno-inverno. No, non se ne può più. Io voglio spaventarle, le principesse! Voglio fare loro paura!
Quindi che succederà?
Che abbiamo ottenuto dai governi dal ‘94 ad oggi? Zero. Basta dire che Veltroni non ci vuole: siamo noi a non volere lui. Essere totalmente alternativi al Pd.
Per fare cosa?
Superare i partiti attuali che si sono mostrati fallimentari. E ripartire dalla falce e martello, dai conflitti di classe, da un nuovo partito comunista fatto di tutti i comunisti che vogliono superare radicalmente questa società. Un partito collegiale e senza leadership, perchè la leadership è di destra.
Gian Guido Vecchi