giovedì 30 luglio 2009

SINISTRA POPOLARE

03/07/2009 10:54
Dopo i risultati deludenti della partecipazione al governo Prodi, la sciagura dell’Arcobaleno e l’ennesima sconfitta alle europee della lista comunista, accompagnata da un vero e proprio tracollo alle amministrative, riteniamo che sia il tempo di voltare pagina.
Per questo motivo non ci attarderemo più di tanto in una polemica retrospettiva, anche perché significherebbe riaprire la discussione proprio con chi ha creato il disastro e rivela, ogni giorno che passa, non solo di non avere le capacità, ma anche di non essere interessato né ad una riflessione critica né ad un qualsivoglia tentativo di rinnovamento.Il quadro politico odierno, risultato anche di queste carenze politiche, è drammatico: la destra si è rafforzata ed anche gran parte dell’opposizione agisce assecondando le logiche della classe dominante e inseguendo Berlusconi sul suo stesso terreno.I comunisti e la sinistra sono stati sconfitti perché non hanno saputo analizzare la società italiana e i mutamenti in atto a livello globale e non hanno saputo entrare nelle contraddizioni dell’esistente con un ruolo protagonista ed antagonista. Non hanno saputo intercettare una forza lavoro atomizzata, non hanno combattuto sul piano culturale l’irruzione della “società dell’immagine”, non hanno avuto occhi per vedere la mutazione culturale ed antropologica che attraversava anche le classi subalterne.Le innovazioni strutturali del capitalismo, la sussunzione del ceto politico della sinistra, i partiti comunisti al governo, un sindacato che concerta e cogestisce col padronato la perdita dei diritti dei lavoratori, i privilegi economici e di potere della casta dei politicanti di professione hanno fatto il resto.Da una parte (pensiamo al Partito Democratico e dintorni), si è accettata la visione del modello dominante e del liberismo presentandosi come altra faccia della medaglia del berlusconismo e accettandone il confronto sul piano della affidabilità nei confronti di Confindustria e dei poteri forti del capitalismo nostrano. Ma la cosa peggiore è che questo ha provocato la novità che sono stati i lavoratori, la nostra gente che, priva di un modello alternativo di società di riferimento, ha finito per accettarla.Da un’altra parte, noi comunisti e la sinistra cosiddetta radicale non abbiamo avuto la capacità di vedere un mondo che cambiava e abbiamo ripetuto un messaggio di grande valore ideale, ma in un contesto che diveniva incomprensibile ai più, mentre passava con il nostro avvallo la riforma delle pensioni e del welfare, la truffa del TFR e si bruciavano le ultime speranze del popolo della sinistra.Crediamo che la sconfitta venga da qui ed è da qui che dobbiamo ripartire.Non basta mettere insieme cinque o sei organizzazioni in difficoltà per crearne una migliore. Serve un’approfondita analisi, una rinnovata cultura di classe e una discontinuità politica.Certo non partiamo da zero: esiste un’Italia più sociale che politica, che va ben al di là dell’elettorato della sinistra, a cui questo mondo non piace. Il drammatico peggioramento delle condizioni di vita, la questione salariale, la mancanza di posti di lavoro che non siano precari, la tragica situazione in cui sopravvive il meridione e, più in generale, un diffuso senso di incertezza sono i sentimenti dominanti in larga parte dell’opinione pubblica. Esistono inoltre tantissime realtà che producono, slegate fra loro, conflitto sociale. Nella crisi della politica, l’accresciuto ruolo dei movimenti ambientali che si sono espressi in questi anni nei territori, il sindacalismo di base e le correnti anticoncertative nella CGIL, il popolo della pace, i movimenti studenteschi e giovanili sono capisaldi da valorizzare per proporre un modello alternativo di società e di fare opposizione in questo paese. Insomma le potenzialità di lotta per il cambiamento sono più che possibili, il problema vero è l’arretratezza dei punti di riferimento politici, culturali e organizzativi.La crisi economica e del quadro politico nazionale sono gravissime e potremmo avvicinarci rapidamente al giorno in cui il castello di sabbia su cui si costruisce il potere del PDL e del PD crollerà. Le diversità tra questi due partiti, pur evidenti, non consentiranno loro di svincolarsi nella comune caduta. Serve quindi un progetto, un percorso alternativo a tutto lo stato di cose esistente. Chi può organizzarlo? A chi rivolgersi per ripartire oggi? Semplicemente agli uomini onesti senza immediati interessi di privilegio e di collocazione istituzionale. Ma anche a tutti quei compagni intenzionati a riproporre al centro del dibattito politico la necessità di un processo di costituente comunista. Processo presumibilmente non breve ma che deve essere finalizzato da subito all’unificazione di tutti i comunisti, ovunque collocati, in un unico soggetto politico utile alla causa della lotta contro il capitalismo e non alla conquista delle poltrone. Infine, al variegato popolo della sinistra e a tutti i sinceri democratici disponibili a difendere gli spazi di agibilità politica non compromessa coi poteri forti e al di fuori dalle gabbie bipolari/bipartitiche del modello di democrazia autoritaria imperante.L’alternativa non dovrà limitarsi al governo di turno al potere, ma dovrà dotarsi di idee nuove sul modello di sviluppo, sul lavoro, sull’ambiente e sulla questione di genere. Non è compito facile né rapido. Le organizzazioni politiche esistenti a sinistra, pur nello sforzo esemplare di una militanza che rischia di apparire residuale, non sono sufficienti. Ciò non solo è stato dimostrato dai risultati elettorali, ma anche dall’ulteriore allontanamento di tanti lavoratori dalla politica attiva. Questo non vuol dire non valorizzare tutte le energie in percorsi unitari, ma che va tenuto in conto che la sola fusione a freddo dei gruppi dirigenti esistenti non può produrre quel segnale di riscatto necessario a riattivare le energie delle decine di migliaia di militanti disillusi e della enorme diaspora comunista.Su questo punto vogliamo essere chiari. Servono percorsi di unità dei comunisti che riattivino tutte queste energie in maniera utile a far crescere il conflitto ed un vasto movimento di opposizione al capitalismo in maniera totalmente alternativa al progetto di cannibalizzazione del PD. All’interno di questo percorso, ricostruire un quadro politico nazionale ed un Partito comunista all’altezza dei tempi.Non servono, invece, percorsi che rimettano insieme i pezzi del mosaico della sinistra ormai esploso che hanno una finalità convergente tra loro se non il superamento di uno sbarramento o la conquista di nuovi posti al sole nei salottini del potere.L’enorme crisi strutturale da cui è attraversato il capitalismo è segnata da un’egemonia reazionaria e da una vera e propria vandea padronale. Di fronte a questo panorama il popolo del lavoro e quello del non lavoro si trovano senza riferimenti di classe credibili e rimangono in balia della soluzione individualista berlusconiana e del populismo securitario alla Lega. I grandi progetti di governo della crisi socialdemocratici o liberalsocialisti sono alla corda e l’unica opposizione appare quello legalitaria e “antipolitica” di Di Pietro che però stenta ad offrire una prospettiva di cambiamento radicale alle classe subalterne. Bisogna capire da dove ripartire per compiere una vera svolta. Proviamo ad elencare due grandi questioni da cui far ripartire un processo che riporti i comunisti a contribuire alla rinascita di una sinistra popolare e di classe nel paese.La prima è relativa ad un’agenda autonoma dalle compatibilità e dalle necessità di governo, che sappia unire le battaglie da condurre in una precisa ottica di classe, intercettando le aspettative della nostra gente; una sorta di programma minimo di classe che possa essere condivido non solo da qualche migliaia di quadri politici, ma anche da milioni di nuovi proletari. Tra le diverse questioni, individuiamo alcune priorità su cui vorremmo aprire il dibattito, valorizzando tutte le energie politiche, collettive ed individuali, disponibili:La drammatica situazione della forza lavoro, sempre più come ridotta a merce e privata della dignità che si deve ad ogni rappresentante del genere umano. Per ricostruire un insediamento di classe occorre costruire cellule di comunisti sui luoghi di lavoro e nel conflitto, favorendo il ricostituirsi di consigli unitari di lavoratori, indipendentemente dalle sigle e burocrazie sindacali.Il saccheggio perpetrato dal capitale finanziario e che, con il sistema bancario, ha messo alla gogna non solo i normali cittadini, ma anche le imprese produttive piccole e medie.Il tema dell’ambiente e la necessità di cominciare a delineare un nuovo modello di sviluppo che possa essere compatibile con l’inconfutabile fatto che le risorse del pianeta sono finite. La militanza senza interessi personali, mediante il principio che chi dovesse occupare incarichi istituzionali, dovrebbe mantenere la busta paga precedentemente percepita, mentre chi ne fosse sprovvisto, riceverebbe lo stipendio di un normale lavoratore.La difesa della Costituzione da chi intendesse mutarla in senso regressivo e la trasparenza assoluta nella questione morale che passa attraverso il divieto per i militanti non solo di partecipare ad associazioni segrete (ci mancherebbe!), ma anche ad avere qualsivoglia rapporto con poteri forti che possano condizionare l’azione stessa del nostro agire politico.La formazione, l’istruzione e le risorse utili alla collettività devono rimanere settori pubblici della società.La necessità di trasmettere questo programma alla maggioranza della popolazione italiana e, quindi, il problematico uso dei mass media e, più in generale, della comunicazione.Come vedete cose semplici per affrontare questioni complesse. La seconda questione è legata alle forme organizzative. Siamo ancora a livello di una prima riflessione che ci consiglia di impegnarci, non tanto a destrutturare organizzazioni esistenti per farne una unitaria mediante una “fusione a freddo”, ma ad imporre un metodo che possa indurre tutti, ovunque collocati, a lavorare per un soggetto unico politico di tutti i comunisti che lotti per l’Alternativa. Alternativa di progetto, di programma ed infine di società: in sostanza un processo politico per la transizione al socialismo nel XXI secolo che non sia solo una proposta culturale con cui ricavarsi spazi di discussione, bensì un processo percepito e praticato da larga parte del nostro popolo.Non vorremmo, ad esempio, perdere tempo nella discussione su alleanze di governo che porterebbero ad uno stadio ancora più avanzato l’attuale polverizzazione della sinistra di classe.Una proposta di resistenza e di riscatto rivolta ai settori sociali colpiti dalla crisi. Unità quindi con il nostro popolo oggi confuso e disilluso, una proposta di collaborazione unitaria a tutti i comunisti ovunque collocati e, soprattutto, alle migliaia di militanti dispersi in una diaspora silenziosa in atto da anni. Un impegno militante che noi prenderemo da comunisti per ricostruire una sinistra popolare, non affetta da "governismo" e all’altezza della sfida odierna per il superamento del modo di produzione capitalista.Un progetto ambizioso che si evidenzierà con la scelta "quadrata" con cui racchiudere il simbolo la scelta non poltroniera ed elettoralista. Un grande progetto aperto ed in itinere che sappia costruire dibattito ed azione politica per arrivare ad un grande appuntamento autunnale con la verifica del lavoro svolto nei luoghi di lavoro e nel territorio, insomma tra la nostra gente."...i nostri padri quando tornavano la sera a casa dopo una giornata di lavoro erano sicuri che Togliatti, Secchia, Longo, Paietta e Berlinguer pensavano a come risolvere i loro problemi. Oggi da tanto tempo non è più cosi'. Bisogna ricominciare da li'..."
Roma 3 luglio 2009

prime adesioni:
Marco Rizzo parlamentare europeo, Gerardo Giannone operaio Rsu Fiat Pomigliano, Marco Baldini conduttore radio-tv, Alessandro Mustillo studente universitario, Francesco Baccini cantautore, Mario Cortese operaio Fiom Fiat Mirafiori , Andrea Mingardi cantautore, Cristina Benvenuti disoccupata, Marco Berry giornalista, Stefano Bozzi operaio Rsu Fatro, Darwin Pastorin giornalista, Karin Abuelala immigrato, Giorgio Gobbi attore, Fabio Massimo Vernillo precario, Nicola Lamonica pensionato, Alessandro Anniballi musicista, Ilaria Reggiani consigliere comunale… Comitato federale ex pdci della federazione di Genova (maggior totale 3 ast 1 contr)Comitato federale ex pdci federazione di Mantova (con 2 cons. prov. 1 ass. prov. 3 cons. comun)Comitato federale ex pdci federazione di CagliariComitato federale ex pdci federazione di VeneziaComitato regionale ex pdci regione Molise (con 1 cons, regionale)Sezione ex pdci Alto MantovanoSezione ex pdci Basso MantovanoSezione ex pdci Berlinguer RevereSezione ex pdci Cesari Natali Buscoldo di CurtatoneSezione ex pdci Che Guevara OstigliaSezione ex pdci ChiaiaSezione ex pdci Forio d’IschiaSezione ex pdci Mantova cittàSezione ex pdci Ottaviano Sezione ex pdci PozzuoliSezione ex pdci ProcidaSezione ex pdci SecondiglianoSezione ex pdci Via Danese MantovaSezione ex pdci PontederaSezione ex pdci Carovignosezione ex pdci San Michele Salentinosezione ex pdci Togliatti Buragna Cagliari,sezione ex pdci Berlinguer Bologna,sezione ex pdci Impastato Bologna,sezione ex pdci Fiat Pomigliano,sezione ex pdci Marghera,sezione ex pdci Michelin Alessandria,Sezione già pdci Centocelle Palmiro Togliatti RomaSezione già pdci Teramo citta’I componenti della Direzione provinciale della federazione del PDCI di Palermo a cui si sono aggiunti condividendo appieno il documento in modo unanime i componenti del direttivo della sezione cittadina Impastato–Tornambè. Alessandro D’Alessandro (Segretario di Federazione)Marco Cannella (Responsabile organizzazione provinciale)Giovanni Barbieri (Tesoriere provinciale)Giovanni Denaro (Addetto stampa provinciale)Natascia Agrizzi (Coordinatrice provinciale FGCI)Daniela Fricano (Direzione provinciale e membro comitato centrale)Salvatore Palumbo operaio Fincantieri licenziato (Direttivo cittadino - Responsabile per il lavoro e la sicurezza nei luoghi di lavoro)Maria Amato (Direttivo cittadino - Responsabile scuola)Alessio Calaciura (Direttivo cittadino - Responsabile Organizzazione e Tesoreria)Stefano D’Alessandro (Direttivo cittadino - Responsabile cultura)Antonino Diliberto (Direttivo cittadino - Responsabile Università)Giovanni Urracci già segretario pdci SvizzeraSergio Pareschi, già segretario sezione pdci Lenin Genova LevanteMarco Manenti, già segretario sezione pdci Di Vittorio Genova ValpoceveraLeandro Madaglio, già segretario sezione pdci Genova centro Giusi Giani, già segretario sezione pdci Val di SagnoEnrico Ruggiero, già segretario sezione pdci di BusallaCuccarese Mario, precario assistente amministrativoPanella Claudio, impiegatoAlcamo Michele, ferroviereBertiè Stefano, operaioBizzoni Maurizio, bancarioBotta Mauro, pensionatoBovini Mauro, dirigente d’aziendaBristot Loris, funzionario BancaCancellada Armando, pensionato Alutekna Carapia Fabrizio, autistaCarbotti Orazio, operaioDovizioso Giovanni, pensionatoDovizioso Loredana, operaiaFaresi Renzo, operiaoFattori Luigino, pensionato petrolchimico MargheraFavaro Adriano, insegnante boxeFavaro Barbara, funzionario bancaFort Luca, portualeGatto Lorenzo, impiegato Enea BolognaGiannello Michele, segretario FISAC CGIL bancariGotti Marisa, psichiatraGuitto Salvatore, segretario sezione Lombardi Bruna, operaia Maddalena Angiolina, pensionataMartucci Gabriella, impiegataMazzini Fausto, operaioNapolitano Salvatore, movimento disoccupati napoletaniPercuoco Pasquale, precarioPiovesan Giorgio, dirigente comunale in pensioneRagni Walter, disoccupatoRocca Valerio, artigianoRuccolo Donato, pensionatoRuccolo Flaviano, disoccupatoTarantini Leopoldo, operaioTomasicchio Nicola, operaio BolognaZaccaria Brunello, comitato contro discarica PianuraADESIONI (Enna-Catania)Angela Castiglione – già comitato centrale pdci Victoria Guerrera – studentessa universitariaSilvestro Lo Cascio – dipendente LSUGiuseppe Calabrese – geometraAntonio Spanò – insegnanteSalvatore Amata – operaioConcetta Liccardi – operaiaBelnis Betancourt – casalingaGiuseppe Auletta – già segretario pdci della sezione Berlinguer di Catania Renata Rizzo – insegnanteMarilisa Treffiletti – studentessa universitariaAngela Garofalo – pensionataEmanuele Saluzzo Trovato – studente medioGiusy Liccardi – insegnanteMario Ferzetti, già segretario pdci cittadino Teramo Rodolfo DI FRANCESCO ( segretario sezione già pdci Centocelle “Palmiro Togliatti”. )Roberto MASTRANTONIO ( presidente del VII municipio )Mario PAGNINI (segreteria sezione)Romano FOISArmando LURETTIFiorella SCIARRETTA (responsabile pari opportunita’ )Manuel DE SIMONEFrancesco PIZZICONI (responsabile tesseramento sezione )Fulvio BERNARDINI ( tesoriere sezione )Nadia GIULIMONDIMarco LISI ( responsabile stampa e propaganda )Giuliana ROSATIWladimiro Fera (direttivo sezione)Roberto CossutoLuana BusicoMarco Mestergiovanni ( rapporti con le istituzioni )Adelaida LimIvana FortunatiSmeralda BrignoneAquilini SergioAquilini RobertoAntonio LucignanoGigli RobertoSilvano GillottiIlenia De FeliceRemo De FeliceAlessio GigliLeonina Rondoni (direttivo sezione )Marco Elia (direttivo sezione )Mauro PapittoMauro GiangrecoBarbara Pignaton

mercoledì 24 giugno 2009

Solidarietà al Compagno Marco RIZZO

Campobasso, 24/06/09


La Costituente Comunista del Molise esprime solidarietà al compagno Marco Rizzo!!!!

E’ stato per noi comunisti del Molise, rivedere un vecchio film!!!

Solo che questa volta il regista Diliberto ha voluto togliere dal cast l’attore principale, quello scomodo, quello che non è mai stato lo yes-man che gli altri del partito avrebbero voluto, quello che si è “permesso” di turbare il caffé nel salotto buono o quello che ha chiesto spiegazioni al segretario del Partito Comunista in merito a quelle “strane” presenze piduiste al suo seguito.
Ma allora cosa succede?
- visto la deriva e l’isolamento dello sparuto gruppo dirigente comunista,
- la personale debacle elettorale del grande segretario ( unico segretario ad essere candidato alle Europee dell’intera sinistra ),
- il non voler adeguarsi al tanto richiamato “costume comunista” ( forse solo a chiacchiere durante i comitati centrali) che prevede la piena assunzione di responsabilità nelle scelte strategiche ed il conseguente doveroso atto dimissionario da dirigente del Partito,
- il non volersi chiedere ( o forse atto strategico della dirigenza nazionale?) quali le cause della continua emorragia di compagni e di consensi in seno al PdCI,
il segretario ed il “suo” gruppo dirigente hanno fatto forse l’atto più grave degli ultimi periodi: quello di espellere dal partito il Compagno Marco Rizzo.
Unica colpa, forse per loro, di essere ancora un COMUNISTA, uno che non ha paura di dire quello che pensa!!!
Allora, compagno Marco, ti giunga anche dal Molise la meritata solidarietà da parte di un gruppo di compagni che prima di te hanno avuto modo di conoscere i metodi e le strategie del gruppo dirigente nazionale!!!
Altro che democrazia, altro che dibattito interno,altro che confronto dialettico; tutti quelli che non la pensano come il segretario,fuori, espulsi,indesiderati!!!
Alla fine,a forza di espellere, di “agevolare” uscite di compagni dal Partito, il nostro dubbio é che all’interno del PdCI non rimanga altro che un gruppo di dirigenti che gioiscano per un altro ipotetico “posto” in una futura, fantomatica, molto poco eventuale lista elettorale.
Caro Marco, finalmente sarai libero di poter esprimere quello in cui veramente credi e avvicinarti a quel variegato mondo di comunisti che ti aspettavano da tempo per dar vita a qualcosa di veramente rivoluzionario, che farà stupire i “tuoi” ex colleghi dirigenti nazionali, ma che si richiamano ancora ai valori comunisti, a noi tanto cari.
Benvenuto tra i Comunisti,
Quei comunisti di cui l’Italia ha ancora drammaticamente bisogno,
Hasta siempre!!!!


La Costituente Comunista del Molise